DI SEGUITO L’ARTICOLO PUBBLICATO DA LAVOCEEILTEMPO IL 28 APRILE

Pianezza come tante altre cittadine della prima cintura torinese è alla ricerca di una propria identità,  sospesa ormai da anni tra il rischio di essere una località dormitorio o una realtà viva Superati ormai da alcuni anni i quindicimila abitanti, non è più un paese in senso stretto, anche se coloro che ci vivono da più anni esprimono sovente nostalgie e ricordi che non ritorna.

Dopo lo sviluppo urbanistico e abitativo in crescita sino al 2015, si assiste ad una stabilizzazione del fenomeno espansivo e ad una  contrazione delle nascite: l’indice di natalità nel 2002 era dell’8,1% ed è sceso al 5,7% nel 2022. Al contrario il numero degli ultra 65enni è cresciuto in percentuale in questi vent’anni dal 18 a quasi il 23% della popolazione.

Nel suo ufficio comunale il sindaco Antonio Castello, che amministra Pianezza dal 2011, salvo un breve periodo commissariale, manifesta le preoccupazioni che molte persone quotidianamente gli espongono, individuando nel Sindaco la figura che potrebbe dare risposte concrete ai propri problemi. Infatti, nonostante gli abitanti di Pianezza godano in larga misura di redditi mediamente soddisfacenti e superiori non solo alla media nazionale, ma anche a quella della stessa regione Piemonte, molte sono le famiglie – almeno un centinaio – che beneficiano di sostegno sia in denaro che materiale grazie alla S. Vincenzo e alle iniziative messe in atto dal Comune stesso. Numerose famiglie hanno dovuto imparare, loro malgrado, a ridurre i propri consumi e le aspettative di crescita economica.

«La ricerca di un posto di lavoro e l’accesso alle prestazioni sanitarie sono – dice il Sindaco – le principali preoccupazioni che in prevalenza vengono espresse agli amministratori. I tempi di attesa per le viste specialistiche presso i laboratori o medici dell’ASL si stanno dilatando nel tempo e quand’anche vengano programmate obbligano molti cittadini a recarsi in strutture distanti dalla propria residenza, alle volte anche fuori della provincia di Torino stessa. Si tenga conto che i cittadini di Pianezza sono già favoriti, rispetto ad altri, per la presenza della Casa della Salute dove tanti servizi medici sono messi a disposizione della popolazione. Le problematiche legate alle prenotazioni sanitarie, i tempi per la valutazione geriatrica UVG, la mancata integrazione al reddito famigliare provocano nelle famiglie, dove si trovano persone con patologie croniche, un senso di abbandono da parte delle Autorità sociosanitarie. Sicuramente un’assegnazione più cospicua e meglio distribuita dell’assegno di cura da parte della Regione sarebbe un sicuro sollievo.».

Preoccupazioni condivise dal consigliere di minoranza Gianni Minò, «La pandemia di COVID-19 ha esacerbato questi problemi, con molte persone che hanno perso il lavoro o subito una riduzione dei loro redditi. La questione della salute pubblica è sempre più critica, con l’aumento delle liste di attesa nei servizi sanitari locali e la necessità di migliorare l’accesso alle cure primarie e specialistiche. In questo settore è anche necessario che il Comune si doti di un piano completo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, che in molti casi non garantiscono a tutti i cittadini un comodo accesso non solo agli edifici pubblici ma anche a varie strutture commerciali».

La ricerca di una occupazione dignitosa è l’altra grande preoccupazione dei cittadini. Alcune risposte sono state date da parte dell’Amministrazione, con i pochi mezzi che gli sono consentiti, cantieri di lavoro per gli over 58 e per gli over 45 che sanano solo parzialmente il problema. L’ipotizzata prossima apertura di uno Sportello lavoro in collaborazione con il Centro per l’Impiego e la ristrutturazione dello stabile acquistato dal Comune dal Cottolengo, dove si prevede nascano aree per Start-up e Coworking, potrebbero offrire alcune possibilità ai giovani per le prime esperienze lavorative.

Numerose sono le famiglie con figli in età scolastica che sono venute ad abitare a Pianezza in questi decenni e per la maggior parte di loro senza avere sul territorio una rete di parentele ed amicizie. Le varie associazioni sul territorio ma soprattutto l’oratorio S. Luigi con il “Progetto Territorio” in collaborazione con il Comune e con le Scuole, sono in grado al pomeriggio di offrire alle famiglie integrazione scolastica e spazi per coltivare amicizie e svolgere attività sportive.

Sotto la guida del parroco don Beppe Bagna, la comunità ha contribuito efficacemente in questi anni non solamente alla ristrutturazione materiale dell’oratorio e delle varie chiese, ma si è consolidata la collaborazione tra le realtà parrocchiali e le realtà sociali presenti sul territorio. Sono

numerosi i volontari della parrocchia che si mettono a servizio per la liturgia, la catechesi e la carità insieme alle attività pastorali dell’oratorio che coinvolgono con modalità diverse, in alcuni casi settimanalmente, gran parte delle famiglie pianezzesi. Sono numerosi i volontari della parrocchia che si mettono a servizio sia per tutto ciò che è proprio di ogni comunità cristiana, la liturgia insieme alla catechesi e alla carità, unitamente alle attività pastorali proprie dell’oratorio che coinvolgono con modalità diverse, in alcuni casi settimanalmente, quasi tutte le famiglie del paese insieme ai loro figli.

Don Beppe «il paese è ricco di tante associazioni, che si occupano degli anziani come dei giovani, delle famiglie, dei bambini e ragazzi e soprattutto – cosa meritevole – di molti che fanno fatica nella loro vita».

«Anche se percepisco che, purtroppo, la maggioranza delle persone non vive pienamente la vita del paese. Oserei dire che la maggioranza dei pianezzesi si ‘interessa’ del proprio paese quasi esclusivamente nel periodo della scuola dell’obbligo dei figli o quando emerge qualche problema personale, in quel caso ci si rivolge al sindaco, al parroco o a chi si pensa possa essere di aiuto».

Concordano con l’analisi di don Bagna anche molti rappresentanti del Palio, dell’Unitre, della Pro Loco che lamentano appunto lo scarso ricambio di volontari per le loro attività. Un altro tema che sta a cuore ai pianezzesi è il Centro storico, affrontato più volte dal giornale parrocchiale «Pianezza Comunità». Pochi negozi resistono coraggiosamente nelle vie centrali sempre meno frequentate e con abitazioni poco appetibili.

«A Pianezza» prosegue don Beppe «manca un centro cui fare riferimento, una piazza, un luogo simbolo per incontrarsi e condividere con gli altri interessi, confrontarsi sui problemi ed esprimere le proprie idee. Un luogo che possa essere apprezzato e frequentato anche e soprattutto dai giovani, che raramente trovano in paese spazi sufficienti per esprimersi e si sentono obbligati a recarsi in prevalenza a Torino». C’è da augurarsi che gli interventi previsti nel Pnrr possano restituire nuovo slancio e sviluppo per offrire nuove opportunità a questa zona del paese cui è legata buona parte della propria storia.

Rinaldo ROCCATI