CHIESA MADONNA DELLA STELLA

La Cappella della Madonna della Stella sorge a poco più di mezzo chilometro dal vecchio Borgo di Pianezza, in posizione più elevata sul piano circostante: fino a pochi decenni fa era in piena campagna, ben visibile a distanza.
Posta su una diramazione della Via Francigena, quella che dalle vallate alpine permetteva di evitare la sosta a Torino, assunse l’attuale denominazione popolare al tempo dei pellegrinaggi diretti al Campo della Stella (Compostella) alla tomba di San Giacomo Apostolo.

L’attuale costruzione fu elevata, forse in due tempi, nel corso del ‘400, prima il Presbiterio a volta, poi il corpo della chiesa, di maggiore larghezza, con il soffitto a capriate ora coperto da cassonetti.
Nel presbiterio sulla parete ovest, alla sommità della facciata interna dell’arco, campeggia un frammento di stemma gentilizio della famiglia Provana, feudataria di Pianezza, che commissionò la decorazione pittorica della chiesa.

La parete nord è occupata dalle storie della Natività e dell’Infanzia della Vergine. La parete est, a cui è addossato l’altare, fu rimaneggiata per la formazione della nicchia della Madonna e ridipinta con motivo barocco a graticcio eliminato dopo i restauri del 2016. Una teca di cristallo racchiude la statua della Madonna, pregevole scultura in legno, di provenienza incerta risalente probabilmente ai primi anni del ’700. Alta 91 cm. intagliata e policroma su preparazione a gesso e colla fu ricavata da un unico tronco. Nel corso dei secoli essa fu trasformata radicalmente sia dal punto di vista religioso che da quello artistico, ma un sapiente restauro del 2003 l’ha riportata allo stato originario. Non è incoronata; la torsione del busto ne sottolinea la dinamicità; il viso leggermente paffuto, la bocca atteggiata al sorriso e il cromatismo accentuato creano una suggestione di semplicità popolana che al fedele suggeriscono l’abbandono fiducioso al sentimento materno di Maria.

La parete sud è occupata da scene evangeliche. Le vele della volta contengono otto scene della Dormitio Virginis e gli ultimi avvenimenti della vita della Madonna. Gli affreschi delle pareti est e nord sono di pregevole fattura ma gli autori sono anonimi e di scuola non più completamente gotica, probabilmente di area pinerolese. La decorazione della parete sud è il risultato, molto naif, di rimaneggiamenti successivi, ad eccezione del simpatico “Gesù Bambino” dallo sguardo birichino dipinto nello strombo dell’unica finestrella.

Ai lati dell’Arco Santo una pregevole Annunciazione in terracotta opera di Giovanni Calvetti, artista pianezzese (1799 – 1892), è datata 1854. La composizione simmetrica inserisce le figure nel contesto architettonico facendo eco all’Annunciazione affrescata sopra l’Arco, all’interno del quale sono affrescati i profeti che anticiparono l’importanza di Maria nella storia del cristianesimo.

Sulla parete esterna rivolta a sud due pregevoli affreschi, anch’essi anonimi, presentano Sant’Antonio abate e San Cristoforo abbigliato secondo la moda borgognona di metà ‘400.

Sulla medesima parete, a sinistra della piccola porta laterale d’accesso si può notare la firma di Madama Reale Maria Cristina, graffita all’altezza dell’architrave. La costruzione addossata alla cappella, un tempo casa del romito, recentemente restaurata dal Gruppo Alpini Pianezza è ora adibita a sede dell’ANA e a foresteria per gli eventuali pellegrini della via Francigena.

La forte devozione dei Pianezzesi alla Madonna della Stella ha espresso forme popolari di cura della Cappella con i Rettori, un tempo eletti annualmente, ed una particolare forma di vita religiosa laicale con il Romito: un laico che abitava la casa annessa, vestiva l’abito talare e curava la manutenzione della chiesa.
Il voto formulato dal Consiglio della Comunità nel 1714 per ottenere la liberazione da un “morbo maligno”, forse di natura influenzale, continua ad essere osservato attualmente.
Nel giorno della festa, la prima domenica successiva al 12 Settembre ( da una decina d’anni l’ultima domenica di settembre) autorità comunali e la popolazione si portano alla cappella in corteo solenne, in ringraziamento per la protezione avuta e per impetrare nuovo soccorso.