PILONI VOTIVI

Il capitello votivo o edicola votiva o pilone votivo è una struttura architettonica religiosa cristiana di piccole dimensioni, che nasce da un culto popolare tramandato nei secoli. Normalmente un capitello viene costruito come ex voto per uno scampato pericolo, come una carestia o una pestilenza, ma serve anche come strumento di aggregazione della comunità cristiana, che presso di esso si può unire in preghiera (specie per la recita del rosario).

In  Piemonte una tale struttura è in prevalenza chiamata pilone.
I Piloni erano costruiti nei luoghi di confine, agli incroci delle vie di comunicazione, sui valichi oppure in luoghi dove la tradizione popolare individuava una motivazione religiosa alla costruzione.
Diverse sono le forme dei capitelli, ma nella nostra zona sono prevalenti le nicchie e i tabernacoli.
Generalmente le nicchie sono incavi di dimensioni medio-piccole che ospitano statuette o immaginidi culto, mentre i tabernacoli, conosciuti per lo più come Piloni, sono edicole in muratura contenenti una sacra rappresentazione generalmente scolpita e protetta da una grata.
I piloni votivi presenti nel territorio di Pianezza spesso non hanno valore artistico ma sono espressione di una devozione semplice e profonda che li ha eretti in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta o per richiedere protezione. Alcuni furono eretti lungo le vie del paese e altri in aperta campagna, tutti comunque con lo scopo di offrire un punto di sosta per pregare.

Il Pilone della Madonna Consolata, posto all’inizio di via Gorisa si presenta come una piccola e semplice cappella che conserva una statuetta della Madonna Consolata ed è chiusa da una semplice grata.

Il Pilone della Madonna Nera, all’incrocio di via Druento con via Cassagna, è parte in mattoni a vista e parte intonacata ed ha il tetto a cuspide; la statuetta rappresenta probabilmente la Madonna di Oropa.

Il Pilone di San Pancrazio si trova lungo la via Praglia, sulla sinistra procedendo verso il lago Fontanej. E’ una garbata costruzione in mattoni a vista come contorno e pareti intonacate, con il tetto ad otto spioventi sormontato da una croce. Conserva una statuetta di San Pancrazio protetto da una grata i cui ferri formano una croce. Alla base, un’iscrizione in latino chiede la protezione del Santo sugli abitanti del borgo e sugli animali da lavoro e da allevamento.

Pilone Calvetti: sul viale San Pancrazio all’incrocio con via Clavière. E’ il più apprezzabile di tutti piloni di Pianezza; costruito in elegante stile liberty, è sovrastato da una cupoletta a tutto tondo e da quattro piccoli elementi verticali troncopiramidali. Contiene un gruppo scultoreo di terracotta, di notevole finezza di esecuzione. Raffigura la Beata Vergine del Carmelo mentre libera le anime del Purgatorio. Il Bambino tra le braccia, un Angelo e un Santo completano il gruppo opera di Giovanni Calvetti (1799 – 1892) valente artista pianezzese di fine ottocento, che fu anche sindaco della nostra città.
Le tre facciate esterne erano dipinte a tempera, ma il tempo le aveva irrimediabilmente cancellate. Pare che vi fossero rappresentate Santa Ermelinda, San Giuseppe e San Giovanni Battista. I restauri del 2009 hanno impegnato i pittori Vinicio Perugia, Luciano Spessot e Guglielmo Meltzeid a riproporre i medesimi Santi su pannelli di masonite fissati alle tre pareti.
Il cancelletto di ferro battuto in elegante stile liberty presenta notevoli assonanze con i ferri liberty disegnati da Pietro Fenoglio per villa Leumann. Un maestoso olmo lo ombreggia e rende suggestivo l’incrocio.

Trittico del Santo Rosario. Si trova all’incrocio di via Gramsci con la stradina pedonale del Birotto. E’ un pilone molto particolare poiché è formato da un trittico in muratura a due facciate con apprezzabili bassorilievi. La parete che insiste su via Gramsci presenta, nella nicchia centrale, la Madonna del Rosario. Alla base è incisa un’invocazione alla Madonna. Le nicchie laterali riportano San Pietro e San Paolo. La parete posteriore, nella nicchia centrale, presenta la Madonna del Buon Consiglio con un pellegrino inginocchiato di lato. Alla base è riportato un verso in latino del “Salve Regina”. Le nicchie ai lati non sono leggibili.

Cappella di San Michele. Minuscola cappella di appena sei metri, costruita in età precedente i primi dell’ottocento sulla sommità del Masso Gastaldi. Aperta su tre parti è chiusa da un’abside semicircolare, un tempo recante un affresco raffigurante San Michele del quale non esiste più traccia. E’ raggiungibile tramite una scaletta scavata nel masso, solo nei giorni in cui è prevista l’apertura dal CAI di Pianezza che se ne prende cura.

Pilone della Fuga in Egitto. Si trova in via Gramsci all’angolo con via Monte Grappa, incassato nel muro di una vecchia casa. La Fuga in Egitto scolpita ad altorilievo su pannelli di terracotta dipinta è opera di Giovanni Calvetti. Ha un frontone triangolare sormontato da una croce; la nicchia è chiusa da una grata.

Nicchia della Madonna Consolata sulla parete della casa in via Caduti al numero 12. In sostituzione di un precedente affresco ammalorato, nel 1962 fu dipinta la Consolata su 35 piastrelle di ceramica bianca. Il fondo è ricoperto da uno strato di oro zecchino spalmato ad imitazione di mosaico. E’ opera del pittore torinese Angelo Amleto Frandin (1887-1970) specializzato nella realizzazione di vetrate per cattedrali.

Piccolo riquadro della Consolata in via Masso Gastaldi all’angolo con via Caduti. Apprezzabile opera su ceramica policroma di Enrico Reffo (Torino 1831-1917) professore presso l’Accademia Albertina. L’immagine è incorniciata da una modanatura aggettante e movimentata a pergamena e conclusa in alto da una gala a fiocco.

Nicchia di santa Lucia. In via Discesa alla Parrocchia sulla parete di una vecchia casa, si trova una nicchia ogivale contornata su tre parti da una larga cornice in cotto che racchiude un’immagine affrescata di Santa Lucia martire cristiana. Protettrice della vista reca in mano un piattino con gli occhi che le furono strappati e la fronda di palma simbolo di martirio.

Pilone della Madonna di Lourdes. All’incrocio di via Mollardi con via IV Novembre. Fu fatta costruire, per grazia ricevuta, nei primi anni del novecento dall’ing. Francesco Sacchi. E’ a sezione quadrata con tettuccio a cuspide; la grata che la chiude si uniforma alla semplice recinzione del giardino entro il quale si erge.

Nicchia di via Al Borgo; alla destra di chi sale, una nicchia racchiude una bella Madonna della Stella in terracotta, opera contemporanea dello scultore prof. Angelo Pusterla di Castellamonte. Statua alta circa 50 cm. dal modellato realistico denotato dai volumi accentuati, ha un viso dai lineamenti dolci e delicati. Voluta dagli abitanti a protezione del borgo è stata inserita nella nicchia vetrata e illuminata da un faretto nella primavera 2019.